Il problema del colesterolo alto è forse tra le più frequenti alterazioni ematochimiche che riscontro tra i miei pazienti, soprattutto un aumento a carico del colesterolo così detto “cattivo”, vale a dire il colesterolo LDL. È chiaro che bisogna intervenire per ripristinare i valori normali, in quanto è ormai ampiamento noto di come un’ipercolesterolemia possa predisporre allo sviluppo di una serie di patologie tra cui: l’aterosclerosi (formazione di placche nelle arterie), infarto ed ictus.
C’è bisogno però di chiarire alcune cose sul colesterolo che possono indicare il modo migliore per intervenire:
1- La maggior parte del colesterolo che produciamo è di origine endogena. Che significa? Che è il nostro corpo a produrlo, quindi se i valori superano di molto quello che dovrebbe essere il valore limite, allora probabilmente ci sarà una predisposizione genetica e non si riuscirà solo con l’alimentazione a far rientrare i valori. Sarà quindi d’obbligo il passaggio dal vostro medico curante, che probabilmente vi prescriverà una statina.
2- Se i valori sono moderatamente alti in questo caso mi piace agire per gradi. Innanzitutto la cosa più ovvia è intervenire diminuendo l’apporto di colesterolo con la dieta, ma non solo. Infatti molti sottovalutano di come il metabolismo lipidico è strettamente legato a quello dei carboidrati. L’errore più comune che si può commettere è quello di andare a ridurre drasticamente i grassi, andando però ad aumentare il consumo di zuccheri. Aumentando i carboidrati andremo ad aumentare i livelli di insulina, la quale è un attivatore di un enzima, la HMGCoA-reduttasi, responsabile della produzione endogena di colesterolo. Quindi in maniera indiretta potremmo aumentare il colesterolo anche introducendo pochi grassi e molti carboidrati.
Se, prestando le dovute attenzioni, non si è riusciti a ripristinare i valori ottimali di colesterolo, allora il passo successivo sarà quello di integrare con dei nutraceutici (solitamente prodotti a base di riso rosso fermentato che contengono monacolina-K e inositolo).
Se alla fine nulla sarà servito per normalizzare i valori di colesterolo, né una dieta mirata né l’integrazione, allora si procederà con la statina.
3- Infine ricordate che un’ipercolesterolemia può derivare anche da uno stress prolungato nel tempo, in quanto il colesterolo è il precursore di alcuni ormoni deputati alla gestione dello stress, come il cortisolo. Un’aumentata produzione di cortisolo sarà necessariamente seguita da un aumento della produzione endogena di colesterolo. Quindi in questo caso bisognerà agire sulla gestione e riduzione dello stress.
Tranne se non appartenete a quella categoria di persone che hanno un’ipercolesterolemia familiare, la dieta rimane un passaggio fondamentale per ritornare a vedere i livelli di colesterolo normalizzati.